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Narcos Messico

Narcos Messico è la serie di Netflix – giunta alla sua terza edizione – che ha descritto le note vicende del narcotraffico fra Colombia, Messico e Stati Uniti a partire dagli anni ‘80.

Non sono mancate le critiche sul fatto che questa categoria di fiction esalti, anche indirettamente, le personalità di criminali senza scrupolo, trasformandoli in modelli culturali di riferimento, soprattutto per i giovani: le armi, il potere contro uno Stato corrotto, il denaro, la droga, il narcotrafficante che sembra lottare contro le ingiustizie sociali.

Sono modelli che attecchiscono sia nei giovani messicani che nei giovani di qualunque altro paese del mondo raggiunto da internet, che uniscono, in un solo pubblico, le vittime della povertà educativa di mezzo mondo, da Sinaloa alla Calabria.

D’altro canto le vicende, anche se ambientate nel passato, sono ancora di piena attualità.

Come se fosse una puntata di fiction, qualche giorno fa abbiamo assistito alla rocambolesca cattura del capo del Cartello di Sinaloa, El Mayo Zambada, da parte delle autorità degli Stati Uniti.

El Mayo ha dichiarato che è caduto in una trappola: è salito su un areo pensando di recarsi in un luogo sicuro e invece è atterrato nelle braccia dei federali americani.

Un’operazione ben studiata della DEA? Un tradimento di altri membri del cartello? Con quale obiettivo?

El Mayo afferma di essere stato sequestrato mentre partecipava a una riunione con Il Governatore di Sinaloa, Rubén Rocha Moya.

Si è aperto uno scandalo che rischia di coinvolgere anche il Governo Federale. La Procura federale messicana, sulla scorta di queste dichiarazioni, ha aperto un’inchiesta indagando Rubén Rocha Moya, anche se il Presidente uscente Lopez Obrador si è affrettato a manifestargli il suo pieno sostegno e la sua fiducia.

Ma era stato lo stesso governatore, in piena campagna elettorale, ad ammettere che solo uno stupido poteva pensare di governare quello Stato senza l’appoggio dei narcos.

Insomma, è possibile trovare nello stesso meccanismo almeno due fattori determinanti del potere criminale di oggi: il potere corruttivo dell’economia criminale e i rapporti di forza tra paesi di un’economia globale.

Se ci chiedessimo chi comanda, è chiaro che comanda l’area grigia delle compromissioni a tutti i livelli. In Italia non è diverso. Anche qui la realtà supera la fantasia.