Una strage silenziosa è un libro uscito in questi giorni in italia, con l’obiettivo di aiutare un collettivo di giornaliste messicane che documentano i casi di sparizione di persone in Messico.
L’idea che ha messo insieme gli sforzi di queste giornaliste, il mio lavoro di ricerca e quello di Nando dalla Chiesa, era quello di dare voce ai familiari delle persone scomparse che dedicano la loro esistenza a cercare i propri cari.
Proprio in questi giorni, quasi 200 organizzazioni della società civile messicana hanno consegnato un rapporto sui diritti umani al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Il rapporto è uno strumento di monitoraggio e sorveglianza sul rispetto degli impegni internazionali sui diritti umani in Messico. Molte delle 262 raccomandazioni emesse dalle Nazioni Unite a carico del Messico, rimangono tutt’ora incompiute sul fronte del rispetto dei diritti umani e, in alcuni casi, si assiste a un sostanziale peggioramento.
Inoltre, manca ancora una politica di sicurezza in linea con gli standard internazionali sui diritti umani; si assiste a un ulteriore rafforzamento dela militarizzazione del paese a discapito di un piano di formazione professionale sulla sicurezza; manca una politica integrale sulla prevenzione e sulla lotta al fenomeno della “desaparición”.
Ammontano a più di 114.000 le persone fatte sparire e quasi certamente uccise barbamente o sciolte nell’acido. Una nuova ondata di violenza si è abbattuta sulle persone che difendono l’ambiente e sugli indigeni: quasi 100 omicidi dal 2019 ad oggi e moltissimi atti di aggressione.
Gli operatori della società civile subiscono la violenza del crimine organizzato e i controlli spesso illeciti dell’Esercito attraverso l’uso di uno spionaggio incontrollato.
Il Presidente uscente, Andrés Manuel López Obrador, ha spesso negato la crisi dei diritti umani nel Paese, generando così una pericolosa spaccatura fra le istituzioni e società civile. Ho conosciuto personalmente la nuova Presidente, Claudia Sheinbaum; non ho dubbi sulle sua sensibilità e il suo acume politico.
Riuscirà a combattere l’impunità e la violazione di diritti umani che emergono dalle pagine di questo libro? Sarebbe quanto meno augurabile perché il Messico è un grande paese, e merita di uscire dall’inferno.