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Giustizia pena prigione

Come spiegare la giustizia e la pena ai bambini?
Se non riusciamo a spiegarlo in maniera convincente è perché ci scontriamo con l’assurdità del comportamento umano.

Cosa è il carcere oggi in italia?
Il luogo dove stanno i cattivi e i colpevoli? Questo un bambino lo capirebbe ma non sarebbe l’intera verità.

Ci sono certamente criminali che si sono macchiati di delitti efferati e che devono scontare fino all’ultimo giorno la loro giusta condanna.

Bisognerebbe aggiungere almeno una parte importante della realtà: è un luogo dove, troppo spesso, ci stanno molti malati psichiatrici, malati veri, cioè persone che andrebbero curate in ospedale e che spesso si suicidano perché non riescono a sopportare le sofferenze.

Ci stanno moltissimi tossicodipendenti che avrebbero bisogno di un altro tipo di trattamento. Ci stanno anche troppi innocenti.

Il suicidio è uno strumento di “liberazione” molto frequente in carcere. Ne fanno uso certamente le persone più fragili e indifese.

Nelle carceri italiane ci sono 61.547 detenuti a fronte di 47 mila posti con un sovraffollamento del 130%. Si suicidano due persone a settimana.

Ai bambini dovremmo riuscire a spiegare che la nostra straordinaria Costituzione ha assegnato alla pena la funzione preventiva e rieducativa, mentre il nostro sistema carcerario non fa altro che alimentare la retorica della punizione senza scampo, del “buttare le chiavi”, della sottovaluzione dell’emergenza.

Dovremmo riuscire a spiegare che se non diamo un’altra possibilità di vita alla persona che ha sbagliato e lo costringiamo ad accettare la violenza, l’emarginazione e l’illegalità del carcere, produrremo altri criminali.

Si chiama recidiva, e in Italia il 60% delle persone che escono dal carcere tornano a delinquere. Dovrebbe essere chiaro che qualcosa non funziona… Il Presidente Mattarella ha recentemente ricordato che “Il carcere non va trasformato in palestra criminale”. Una grande parte della politica continua a usare il giustizialismo per fini elettorali.

Buttiamoli dentro nel peggiore dei modi, anche se aumenteremo il numero dei criminali. Si preferisce normalizzare la violenza e commentare lo stillicidio dei suicidi come un problema da risolvere costruendo nuove carceri.

Si preferisce indebolire sempre più il settore sanitario, educativo, le condizioni di lavoro del personale e della polizia penitenziaria. Può mai funzionare un sistema carcerario che si priva dei suoi stessi elementi di forza?

Non credo che i nostri bambini possano capire realmente questo atteggiamento contraddittorio. Speriamo soltanto che crescano con una sensibilità diversa, con la voglia cambiare un mondo ingiusto, che è forte con i deboli, debole con i forti.