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Evgenia Berkovich e Svetlana Petriychuk

Evgenia Berkovich è una giovane regista teatrale di San Pietroburgo messa in carcere nel febbraio del 2024 perché camminava per la strada con un cartello in cui c’era scritto: “no alla guerra”.

In Russia è stata la prima artista teatrale a dichiarare apertamente di essere contraria alla guerra. Ha continuato a pubblicare poesie contro la guerra sulla sua pagina Facebook.

È rimasta in Russia, con la consapevolezza che le sarebbe costato molto caro. La sua determinazione è in linea con la storia della sua famiglia: i nonni erano dissidenti nell’Unione Sovietica e difensori dei diritti umani; sua madre Elena Efros, scriveva favole per i detenuti.

All’apice della sua carriera, Evgenia Berkovich ha adottato due bambine strappate alla violenza; ha diretto un festival teatrale per adolescenti provenienti da orfanotrofi, presentando in anteprima lo spettacolo per il quale ancora oggi si trova in prigione, l’opera teatrale Finist, Il Falco coraggioso.

Lo spettacolo parla di alcune ragazze russe che s’innamorano di terroristi fondamentalisti islamici conosciuti online. Decidono di raggiungerli in Siria per sposarli ma vengono catturate lungo la strada.

Un’opera poetica, che racconta gli orrori della guerra e la distruzione del futuro, premiata con i più prestigiosi riconoscimenti nazionali e, forse anche per questo, messa alla gogna con le denunce presentate dal Movimento di liberazione nazionale filo-Cremlino.

Il 5 maggio, Evgenia Berkovich e la drammaturga Svetlana Petriychuk, sono state arrestate per apologia del terrorismo. Lo scorso 8 luglio è arrivata la sentenza: 6 anni di carcere.

Cosa fare quando praticare i messaggi di pace, il femminismo e la sensibilità dell’arte ti portano all’isolamento e alla distruzione? Ne vale la pena?

Nei lager staliniani alcuni prigionieri stanchi della vita, si suicidavano in un modo particolare: si tatuavano sulla fronte le parole “schiavo di Stalin”.

Diventavano così una sfida ambulante, un’offesa costante al potere, lasciando alle guardie l’unica alternativa di fucilarli sul posto.

Evgenia Berkovich e Svetlana Petriychuk hanno tatuato nella nostra mente l’importanza dell’ostinazione e della lotta; il valore dell’amore che spegne ogni paura. Non dimentichiamole.