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Chi visita la Tenda di Cristo a Ciudad Juarez avrà la possibilità di vedere come funziona un luogo dove si ferma il tempo. Troverà degli ospiti particolari: sono tossicodipendenti che nessuno più vuole e nessuno più cerca..

..sono malati terminali di Aids, sono bambini cresciuti in strada, senza famiglia, senza affetti, senza nessuna forza oltre quella delle armi e della droga. Sono gli ultimi, i non recuperabili. Perché se hai l’Aids o se hai ucciso decine di persone compresi i tuoi genitori, non trovi più una società disposta ad accettarti.

Cosa aveva in mente don Francesco Zambotti, il fondatore di questa associazione che conta ormai una ventina di comunità in giro per il mondo? La sua sfida fu proporre un metodo di formazione umana, di recupero delle prospettive di vita, di un orizzonte per il futuro. Una grande sfida, non dissimile a quella degli scienziati che tentano di tonare indietro nel tempo, di scardinare la causa dagli effetti. La tenda di Cristo è una sorta di navicella spaziale che rende possibile un viaggio di liberazione dal dolore assoluto, dall’annullamento totale, la possibilità di rinascere attraverso il valore dell’essenziale, il valore delle piccole cose che esaltano la bellezza dell’animo umano.

Einstein ipotizzava l’esistenza di luoghi in cui il tempo rallenta; in questi luoghi esiste una scorciatoia dove è possibile viaggiare dal passato al futuro e viceversa. Rallentando il tempo è possibile scoprire il mondo da molto vicino; si scoprono luoghi sconosciuti, dove le vicende passate, gli eventi dolorosi, le malattie, le colpe, il male, mostrano spazi vuoti, punti deboli, giardini incolti con fiori meravigliosi.

In questi spazi del dolore opera il lavoro della Tenda di Cristo, seguendo la filosofia dell’asino che attraverso la riflessione, la cura di se, la meditazione, crea un nuovo spazio che si frappone alla tragedia; reinventa possibilità e motivazioni, riprogetta il futuro. Alla Tenda di Cristo si è fermato il tempo per il suo direttore, Davide dalla Pozza, un uomo che ha fatto della sua storia la sua missione. Lo vedete girare da un lato all’altro della grande struttura situata alla periferia della città.

Si muove con l’umiltà che contraddistingue gli operatori di questa associazione. Non da ordini a nessuno, non ha un ufficio e neanche una casa. Davide è riuscito a creare un gruppo di lavoro di persone motivate, di operatori sociali che lavorano in uno spirito di collaborazione e di condivisione degli obiettivi. Non esistono gerarchie, non esistono regole sotto forma di etichette rigide.

Gli ospiti della Tenda di Cristo si sentono come in una grande famiglia, si sentono accettati, si sentono utili, perché ognuno di loro fa qualcosa, dalla coltura idroponica all’artigianato del ferro, dalla portineria alle pulizie dei locali. Nella Tenda di Cristo non esistono le regole assurde della società alienante, le regole che ci fanno vedere il mondo in tre dimensioni: chi è più o meno alto dell’altro, chi è più o meno ricco dell’altro, chi è più o meno cattivo dell’altro. Chi è più e chi è chi meno qui conta come qualsiasi essere umano. Perché la Tenda di Cristo è il regno della quarta dimensione.

Dove si può continuare a viaggiare, restituendo senso alla vita.