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Lo diceva Gramsci e lo ripeteva Pasolini:

“il primato assoluto della comunicazione diventerà la vera egemonia culturale che appiattirà le differenze fra gli uomini”.

Lo cantava Giorgio Gaber nella canzone “Destra-sinistra” pubblicata nel 1994: le differenza tra chi sta da una parte e chi sta dall’altra parte, tra destra e sinistra, sono solo vuote ostentazioni, “ossessioni”, giochi di parole su luoghi comuni.

Lo scriveva Norberto Bobbio che dei sei pericoli della democrazia del futuro, quello del criptogoverno sarebbe stato forse il più dannoso e probabilmente il modello dominante.

Azioni congiunte realizzate da forze politiche sovversive che agiscono con l’appoggio dei servizi segreti.

Bobbio è stato anche molto ottimista. Non aveva previsto che questi gruppi occulti di potere, una volta avuto il controllo dei sistemi istituzionali, avrebbero prodotto uomini delle istituzioni dalla faccia pulita, non casualmente frequentatori di salotti televisivi, icone salvifiche di un mondo in costante pericolo, eroi vivi (come mai questi non vengono più uccisi dai criminali?) che conoscono la ricetta segreta per salvare il mondo e la distribuiscono con proclami retorici degni del più conosciuto comizio fascista di Piazza Venezia a Roma “contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’occidente”.

Il gioco è semplice: basta costruire una categoria di nemico inesistente; raccontare i sacrifici quotidiani per lottare contro questo nemico che stranamente non si sconfigge mai e autoproclamarsi eroi.

Sul solco della strada segnata dalla strage di Piazza fontana, la democrazia di oggi è nelle mani di pochi gruppi di potere che usano abilmente la comunicazione per gestire il controllo sociale. Vengono prodotti spettacoli teatrali di altissimo livello. Una piccola farsa ha visto come protagonisti gli statisti del G20.

Un giornalista ha chiesto a Trump se il muro al confine con il Messico lo pagheranno i messicani. Risposta: “Assolutamente”. Seguono dopo poche ore alcune precisazioni:

  • Da parte statunitense, si chiarisce che “assolutamente” era una risposta che Trump aveva dato a un suo collaboratore su un altro tema;
  • •Da parte Messicana, il Presidente Pena Nieto afferma di non sapere se Trump abbia detto “assolutamente” ma anche se l’avesse detto lui non l’aveva sentito; e il Ministro degli Esteri
    nega pure che la questione del muro fosse il tema della conversazione.

E allora aveva ragione Ronald Laing quando scriveva:

“Stanno giocando a un gioco. Stanno giocando a non giocare a un gioco. Se mostro loro che li vedo giocare, infrangerò le regole e mi puniranno. Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco”.

Forse solo così riusciremo a liberare la libertà.