“La disinformazione presente sui social e sui motori di ricerca costruisce una realtà che ci rimanda alle convinzioni che abbiamo già. Il resto è un gioco di like e condivisioni che contribuisce a confondere i linguaggi e le opinioni.”
Se il popolo non è più d’accordo con il potere, la storia insegna che verrà creato un nuovo popolo osservante. Se qualcuno osa mettere in discussione la verità del potere sarà eliminato, cancellato.
Nella Berlino dell’est della DDR il partito reagisce male alla rivolta degli operai. Repressione militare e sparizioni di massa. Brecht s’indigna e scrive per disegnare le ambiguità di quel sistema politico di cui lui stesso era un simbolo. Il meccanismo di repressione delle idee nel mondo della cultura, conosce una geografia sconfinata: dai cantastorie e indovini etiòpi massacrati dai militari italiani nel marzo del 1937 (circa 2.500) agli attori della Compagnia delle Perle uccisi dai Jihadisti in Kenia nell’ottobre di quest’anno.
Il teatro ha un potenziale eversivo che il potere non può consentire. Tutta la cultura eversiva è pericolosa per il potere ma il teatro godeva almeno fino a poco tempo fa, di un privilegio unico: quello di ricostruire ancora un rapporto fisico ed emotivo con i suoi spettatori, di alimentare la coscienza critica e nello stesso tempo di attivare il mondo dei simboli e delle emozioni. Ora è chiaro che nell’epoca digitale avanzata il teatro ha perso notevolmente terreno, è rimasto relegato a un arte in via di sparizione.
Considerato che lo spettacolo teatrale più in voga è l’esercizio dei selfie, non c’è da scandalizzarsi se anche il teatro, almeno nella nostra società occidentale, ha perso definitivamente il suo potenziale eversivo. Nel giardino della globalizzazione non esiste più una verità che si possa raccontare. Non tanto perché non esiste in sé ma perché le bugie sono diventate troppo comode per tutti.
La disinformazione presente sui social e sui motori di ricerca costruisce una realtà che ci rimanda (attraverso quella che è stata definita eco chambers) alle convinzioni che abbiamo già. Il resto è un gioco di like e condivisioni che contribuisce a confondere i linguaggi e le opinioni.
Tutto è il contrario di tutto. Non è possibile smascherare nessuno. I cantastorie sono salvi e definitivamente inutili.